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Il massacro di My Lai, una vergogna americana

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“Il massacro di My Lai e’ stato l’episodio piu’ vergognoso della storia militare degli Stati Uniti ma non una devianza nella guerra americana in Vietnam; gli archivi militari di tre decenni documentano almeno 300 casi che possono essere definiti crimini di guerra“. Scrisse cosi’ il Washington Post nel giorno del 50° anniversario della strage. Per comprendere cosa accadde a My Lai dobbiamo analizzare il periodo nel quale avvenne la strage. La guerra del Vietnam fu un conflitto armato combattuto in Vietnam tra il 1955, data di costituzione del Fronte di Liberazione Nazionale filo-comunista, ed il 1975, anno della caduta di Saigon. Il conflitto si svolse prevalentemente nel territorio del Vietnam del Sud e vide contrapposte le forze insurrezionali filo-comuniste e le forze governative della Repubblica del Vietnam, creata dopo la conferenza di Ginevra del 1954.
Il conflitto vide il diretto coinvolgimento degli Stati Uniti d'America che incrementarono progressivamente le loro forze militari in aiuto al governo del Vietnam del Sud, sino ad impegnare un'enorme quantità di forze terrestri, aeree e navali, con un picco di 550.00 soldati nel 1969. Nonostante questo spiegamento di forze, il governo degli Stati Uniti non riuscì a conseguire la vittoria politico-militare, ma subì al contrario pesanti perdite, finendo per abbandonare nel 1973 il governo del Vietnam del Sud. 
In appoggio alle forze statunitensi parteciparono al conflitto contingenti inviati dalla Corea del Sud, dalla Thailandia, dall'Australia, dalla Nuova Zelanda e dalle Filippine. Sull'altro versante, in appoggio alle forze filo-comuniste del Fronte di Liberazione Nazionale, parteciparono, con continue e massicce forniture di armi, la Cina e L'Unione Sovietica. 
All'interno di questo orribile conflitto, si debbono ricordare massacri ed operazioni di guerra contro civili inermi che fecero inorridire il mondo intero. Uno dei maggiori crimini contro l'umanità perpetrati durante la Guerra del Vietnam sarebbe passato sottaciuto senza l'operato di alcuni soldati e di diversi giornalisti. 
Ricostruiamo ora i fatti del Massacro di My Lai. 
Il 1968 fu l'anno in cui il presidente degli USA, Lyndon Johnson, inviò nuove truppe in Vietnam e fu l'anno in cui il Vietnam del Nord lanciò l'offensiva del Têt, nome che deriva dal fatto che l'attacco fu lanciato la notte del capodanno vietnamita ovvero tra il 30 ed il 31 gennaio del 1968. Quella notte circa 70.000 combattenti del Nord occuparono la maggior parte dei centri abitati e delle regioni più popolare del Vietnam del Sud, compresa la capitale Saigon. Nelle settimane successive la reazione statunitense fu durissima e vennero colpiti numerosi territori in cui si pensava si muovessero i guerriglieri del Nord. 
Il massacro di My Lai avvenne il 16 marzo del 1968, durante la violenta reazione americana all'offensiva di fine gennaio dei Viet Cong. 
My Lai era una delle quattro frazioni raggruppate nei pressi del villaggio di Son My, sito nella provincia di Quang Ngai, a circa 840 chilometri a nord di Saigon. I soldati statunitensi si abbandonarono anche alla tortura ed allo stupro degli abitanti. Come poi fu riferito da un tenente dell'esercito vietnamita, fu la vendetta per uno scontro a fuoco con truppe Viet Cong che si erano mischiate ai civili. Il massacro fu fermato dall'equipaggio di un elicottero statunitense in ricognizione, che atterrò frapponendosi tra i soldati americani ed i superstiti vietnamiti. Il pilota, sotto-ufficiale Hugh Thompson Jr, affrontò i capi delle truppe americane e disse che avrebbe aperto il fuoco su di loro se non si fossero fermati. Mentre due membri dell'equipaggio dell'elicottero puntavano le loro armi pesanti contro i soldati che avevano preso parte alle atrocità, Thompson diresse l'evacuazione del villaggio. I membri dell'equipaggio furono accreditati d'aver salvato almeno 11 vite, e trent'anni dopo saranno premiati con la Soldiers Medal ovvero l'onorificenza più alta dell'esercito americano per atti di coraggio che non coinvolgano il nemico. 
Cosa avvenne prima dell'arrivo dell'elicottero di Thompson? 
All'interno del villaggio non fu trovato nessun Viet Cong. Gli abitanti furono raggruppati mentre i soldati ispezionarono le capanne. Furono trovate pochissime armi. Malgrado non fossero presenti soldati e non fosse stato sparato nemmeno un colpo, i soldati statunitensi iniziarono a sparare contro chiunque, incendiare case, massacrare il bestiame e violentare un numero imprecisato di donne. I militari trascinarono dozzine di persone, compresi neonati, in una fosse prima di ucciderli con una mitragliatrice. Alcuni di quei bambini avevano la lettera C incisa sul petto dalle baionette dei soldati americani. 
L'indagine iniziale sul massacro di My Lai fu svolta dal colonnello Oran Henderson. Sei mesi dopo un giovane soldato, Tom Glen, scrisse una lettera accusando la Divisione Americal di ordinaria brutalità nei confronti dei civili vietnamiti. La lettera era molto dettagliata e le accuse terrificanti. Colin Powell fu incaricato delle investigazioni sul massacro. Powell scrisse: "A diretta confutazione di quanto ritratto, c'è il fatto che le relazioni tra soldati americani e popolazione vietnamita sono eccellenti”. In seguito la confutazione di Powell sarebbe stata definita un atto di white-washing, candeggiatura, delle notizie del massacro, che avrebbe continuato a restare nascosta, insabbiata, sino al novembre del 1969 quando, Seymour Hersh, giornalista investigativo indipendente, avrebbe scoperto la storia relativa al massacro. Purtroppo importanti testate, come Life o Look, rifiutarono di pubblicare i risultati dell'inchiesta. Hersch non si diede per vinto e riuscì a scrivere un articolo per l'Associated Press. Il 20 novembre il quotidiano di Cleveland pubblicò fotografie esplicite dei cadaveri delle persone uccise a My Lai. La storia fu ripubblicata da diverse testate come Time, Life e Newsweek. 
Il 17 marzo del 1970 l'esercito statunitense accusò 14 ufficiali di aver tenuto nascoste informazioni legate al massacro. William Calley, tenente a cui facevano riferimento i soldati presenti a My Lai, sostenne che stava eseguendo gli ordini del suo capitano, Ernest Medina. Medina negò di aver dato quegli ordini e fu assolto. Nel 1971, Calley fu dichiarato colpevole di omicidio premeditato per aver ordinato di sparare. Fu condannato all'ergastolo, ma il giorno dopo la sua condanna ricevette un atto di indulgenza da parte del Presidente Richard Nixon. Calley fu trasferito dalla prigione agli arresti domiciliari. Calley scontò 3 anni e mezzo agli arresti domiciliari e poi fu dichiarato libero da un giudice federale. 
Nel 2009 il tenente William Calley si è scusato pubblicamente per il massacro di My Lai, dicendo che provava rimorso per le morti provocate dal suo operato.

Fabio Casalini

Bibliografia
Mario Dondero e Emanuele Giordana, Lo scatto umano: viaggio nel fotogiornalismo da Budapest a New York, Roma, Laterza, 2014 

Seymour M. Hersh, My Lai Vietnam. Piemme, 2005 

Il Post, 16 marzo 2018, Il massacro di My Lai, cinquant’anni fa 


FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.



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