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Ortensia, il fiore venuto dalle ombrose foreste della Cina

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L'ortensia è un arbusto perenne che si spoglia completamente delle foglie in inverno e riprende a vegetare in primavera.  
Il nome volgare fu dato alla pianta dal naturalista Philibert Commerson che la introdusse dalle foreste della Cina in Europa nel XVIII secolo, avendo compiuto tra il 1766 e il 1769 uno dei primi viaggi intorno alla terra alla scoperta di nuove piante, insieme con il navigatore Louis Antoine de Buganvillee. 
Diede questo nome alla pianta in onore della donna di cui era innamorato, Hortense de Nassau, figlia del principe di Nassau, appassionato botanico, che lo aveva accompagnato in una spedizione precedente. La giovane donna era sposata con un suo caro amico e quindi non libera di poter ricambiare i suoi sentimenti. 
Da qui, probabilmente, l'accezione negativa che alcuni attribuiscono al fiore: l’ortensia simboleggia infatti il distacco, l'abbandono e la sofferenza in ambito sentimentale, anche se spesso, vista l’abbondanza di questo fiore, viene utilizzato dai wedding planner per ornare sala da pranzo e chiese.
Altri invece lo fanno risalire al nome di una amante di Commerson, Hortense Barrè, che pare lo avesse accompagnato, vestita da uomo, nella spedizione guidata da Bouganville.
Il loro nome botanico, Hydrangea, ci conduce ad una terrificante figura mitologia, l’Hydra, con capelli a forma di serpente simili alle asperità presenti sopra la capsula contenente i semi di questa pianta. 
L'opinione più diffusa vuole che il significato di Hydrangea sia fatto risalire alle due parole di origine greca, Hydra – acqua, e angeion - vaso, per la particolare forma delle capsule contenenti i semi, che assomigliano a delle piccole conche d'acqua.
L’ortensia è una pianta antichissima, di cui si sono trovate tracce fossili risalenti all’era terziaria ed in periodi successivi (oligocene-miocene).
Nei giardini giapponesi la presenza e la popolarità delle ortensie era già importante durante il XVII secolo. La chiusura delle frontiere del Giappone dal 1639 al 1856, ha impedito l'accesso alle sue varietà e la conseguente diffusione.
Grazie comunque ad alcuni "cacciatori di piante" europei, tra cui il botanico svedese Cari Peter Thanberg, allievo di Linneo e il dottor Phihpl Franz von Siebold, diversi esemplari vennero trafugati e classificati dal punto di vista botanico.
L’ortensia comprende numerose specie, la cui particolarità sono i fiori, riuniti in infiorescenze più o meno sferiche, dette corimbi o pannocchie.
Nella maggior parte delle specie i fiori sono bianchi, ma possiamo trovare anche fiori di colore blu, rosso, rosa, violetto o viola scuro.
La colorazione dei fiori dipende dal pH del suolo. Ad esempio, se il terreno è acido, si avranno fiori tendenti al blu, se invece è basico/alcalino i fiori saranno rosati. Il cambiamento è dovuto al pigmento del fiore che è sensibile alla presenza di ioni d'alluminio.
In Cina, attualmente, vengono coltivate trentatré specie di ortensie, ma la più diffusa nel mondo è quella di origine giapponese. Per questo motivo l’ortensia è denominata anche "rosa del Giappone".
In lingua cinese le ortensie sono chiamate "Fiori degli otto immortali" ed erano coltivate già in epoca Ming, nei giardini della regione di Jangnan, ad Ovest di Shangai. 
Nel linguaggio dei fiori, la tradizione fa risalire il significato dell’ortensia alla nascita di un primo amore o comunque di un amore che sta nascendo o anche il ritorno di un amore passato. 
Il significato dell’ortensia può però variare di sfumatura a seconda del colore. Il bouquet composto da fiori di ortensia bianchi è un invito alla nascita di un amore sincero e indica che tutti i pensieri sono rivolti alla persona amata. 
Se i fiori sono blu, vuol dire che, malgrado il carattere capriccioso dell’amata, l’amore provato nei suoi confronti è ardente e profondo. Regalare un mazzo di ortensie rosa significa che la persona che lo riceve è la sola e unica che amiamo ed è un invito esplicito ad approfittare delle gioie dell’amore. 
Insomma…. Un’ortensia per ogni occasione.
Molti erboristi parlano dell'efficacia di questa pianta nel trattare problemi ai reni, specialmente i calcoli. 
Le parti utilizzate a fini medicali sono la radice e la corteccia della radice. Contengono composti minerali di magnesio, fosforo, zolfo e calcio che distruggono chimicamente e modificano le pietre di ossalato di calcio e carbonato di calcio, di cui sono formati i calcoli, presenti nei reni e nella cistifellea. Consiglio sempre qualsiasi utilizzo di piante e fiori sotto stretto controllo medico.


Rosella Reali

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