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Lo ius primae noctis

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Lo ius primae noctis o "diritto della prima notte", è una locuzione latina che indica un preteso diritto da parte di un signore feudale il quale, in occasione del matrimonio di un proprio servo della gleba, avrebbe potuto pretendere di sostituirsi al marito nella prima notte di nozze. In realtà non esistono fonti che dimostrino la reale esistenza di un simile diritto.
Talvolta è indicato, in modo improprio, con l'espressione francese droit du seigneur, cioè "diritto del signore", la quale, in realtà, fa riferimento a un'ampia gamma di diritti riconducibili al signore feudatario, inerenti quindi anche alla caccia, la riscossione di tasse e tributi, l'agricoltura.
Non vi sono testimonianze della reale esistenza e diffusione di tale diritto nell'Europa medievale. In particolare, nelle fonti storiche di epoca medievale non ne è rintracciabile alcuna menzione, né da parte delle autorità laiche (re, imperatori), né da parte di quelle ecclesiastiche. Ogni riferimento conosciuto risale, infatti, ad epoche successive. Questo ha portato parte della moderna critica storiografica a derubricare lo ius primae noctis a una sorta di mitomoderno relativo all'epoca medievale, la cui fondatezza non si basa su alcuna fonte documentata.
Si ritiene che l'origine di questa credenza risalga al XVI secolo. Il filosofo scozzese Hector Boece riporta il decreto del mitico re scozzese Evenio III secondo cui "il signore delle terre può disporre della verginità di tutte le ragazze che vi abitano"; la leggenda vuole che Santa Margherita di Scozia abbia fatto rimpiazzare lo ius primae noctis con una tassa di matrimonio chiamata merchet. Tuttavia Evenio III non è mai esistito e tutto il racconto di Hector Boeceattinge largamente dal mito. Nella letteratura del XIII e XIV secolo e nei codici di legge fondati sul diritto consuetudinario lo ius primae noctis è strettamente correlato alle specifiche tasse di matrimonio dei servi o ex servi.
Secondo alcuni antropologi lo ius primae noctis può essere considerato la degenerazione di un rituale arcaico. La verginità era collegata a un tabù molto forte, che poteva essere rimosso solamente da un re/sciamano/personaggio potente. Ogni altro uomo ne sarebbe rimasto danneggiato. Studi recenti vedono nel mito dello ius primae noctis e nei riti carnevaleschi di eliminazione del tiranno ad esso spesso collegati (per es. Ivrea o Castel Tesino), una funzione apotropaica, tipica dei riti di eliminazione del male, e in ultima istanza propiziatoria della fertilità.
E come ebbe a dire il professor Barbero: «Lo ius primae noctis è una straordinaria fantasia che il medioevo ha creato, che è nata alla fine del medioevo, ed a cui hanno creduto così tanto, che c'era quasi il rischio che qualcuno volesse metterlo in pratica davvero, anche se non risulta che sia mai successo davvero. In realtà è una fantasia: non è mai esistito.»


Fabio Casalini

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