C’era una volta, fino al 1969, una donna divenuta santa dal nome Vilgefortis, o Wilgefortis, che veniva rappresentata come una donna barbuta e crocifissa. Qualcuno la conosce? Io ne ignoravo l’esistenza, ero rimasta agli insegnamenti di mia nonna che mi parlava delle ben più classiche santa Barbara e santa Lucia. Poi, da lettrice dei Viaggiatori Ignoranti, ho scoperto l’esistenza del santo Cane, San Guinefort, e già mi sembrava una stranezza, ma nulla a confronto della santa che mangiava il vomito e le feci umane, Margherita Maria Alacoque, di cui ho raccontato io stessa la vita qualche settimana fa.
Nel mio peregrinare fra i libri ho scoperto l’esistenza di questa santa molto particolare, che oggi, visti i tempi moderni, farebbe parlare molto di sé, non per i suoi presunti miracoli, ma per il suo aspetto androgino.
Sulle origini del culto di santa Vilgefortis ci sono varie teorie. Sembra che comunque la sua storia sia il risultato del connubio di varie leggende. La santa veniva venerata come protettrice delle donne con problemi di carattere sessuale e con problemi legati al parto, ma anche per altri motivi.
Ma veniamo alla sua storia….
In un tempo molto lontano, fra il 700 e il 1000 d.c., visse una giovane donna, ricca e bellissima, dalle sinuose movenze e dall’eloquio affascinante, di nome Kümmernis. La giovane era la settima figlia di un re pagano del Portogallo. L’uomo, a differenza della ragazza, i cui principi morali e la generosità erano noti a tutti, era rozzo e prepotente, crudele con i sudditi e con la famiglia. A lui poco importavano le aspirazioni della figlia; pensava solo al proprio interesse e a stringere alleanze che gli potessero garantire sicurezza e prosperità.
Fu così che il re, un giorno, decise di prometterla in moglie a un giovane principe pagano suo alleato. Secondo alcuni poteva essere il re di Sicilia o addirittura un moro venuto da lontano.
Il re no sapeva che la figlia, di nascosto, si era convertita al cristianesimo e aveva donato la sua verginità e il suo cuore a Dio. Quando Kümmernis venne a sapere le intenzioni del padre si disperò e decise di affrontarlo, ma l’uomo fu irremovibile. Alcune versioni della storia vedono lo spietato sovrano rivolgere attenzioni incestuose verso la figlia, forse per piegarla al suo volere. A nulla valse l’imposizione dell’uomo, che decise alla fine di farla incarcerare, nella speranza che cedesse.
Nella solitudine della sua cella fredda e buia la principessa pregò con tutte le sue forze Dio affinché la privasse di ogni bellezza, in modo che nessun uomo potesse più posare su di lei i propri occhi e desiderasse sposarla.
I giorni passavano e Kümmernis rimaneva rinchiusa. Decise allora di digiunare, per avvicinarsi ulteriormente a Dio. Finalmente, dopo tanti sacrifici, qualche tempo dopo, le sue invocazioni furono ascoltate. Quando vennero a prenderla per portarla davanti al padre, le guardie stentarono a riconoscerla: il suo corpo era ricoperto di lunghi peli e il suo viso era deturpato da una folta ed ispida barba scura. La sua appariscente, seppur delicata bellezza, era svanita.
Il padre infuriato alla vista della figlia così trasformata, pretese spiegazioni, ma la risposta che ottenne non contribuì a placare la sua ira. La principessa rispose che quel Dio che lei amava tanto, aveva ascoltato le sue invocazioni, facendola diventare un essere ripugnate per chiunque, così ella sarebbe stata salvata da quel matrimonio con un pagano che la faceva inorridire.
Il re, livido in volto, si alzò dal suo scranno e tuonò: «Allora morirai come colui che adori!»
Il giorno successivo, davanti al padre e alle sorelle, la bella Kümmernis venne crocifissa, mentre pregava Dio perché il ricordo della sua morte servisse per liberare chi l’avrebbe invocata dai dolori e dai problemi della vita terrena.
Il culto di questa donna divenne molto popolare in Europa fra i secoli XV e XVI. La santa assunse diversi nomi, fra cui quello di Wilgefortis, cioè Virgo Fortis, ovvero vergine ferma e forte. In Italia era conosciuta come santa Liberata, in Francia come santa Livrade e in Spagna come santa Librada, cioè liberatrice dalle tribolazioni. In Inghilterra venne ricordata come la Fuggitiva, cioè colei che riuscì con la preghiera a sfuggire all’obbligo di un matrimonio che non voleva, impostole da un padre prepotente e prevaricatore. Durante la sua invocazione, i fedeli erano soliti offrirle una ciotola di avena, affinché potesse mandare in aiuto di mogli e figlie oppresse, un cavallo che conducesse l’oppressore direttamente al diavolo.
In Germania era ricordata come santa Kümmernis, la santa del dolore e della tristezza, che aveva rinunciato alla bellezza femminile, trasformandosi in uomo, pur di rimanere fedele al suo credo.
Nel Martirologio Romano, libro liturgico che costituisce la base dei calendari liturgici che ogni anno determinano le celebrazioni religiose, le venne dedicato un giorno di festa, il 20 luglio. Fu ricordata come vergine e martire, col nome di santa Liberta, fino al 1969, anno in cui il Concilio Vaticano II ne soppresse il culto e rimosse il suo nome dal libro dei santi.
Per chi volesse vedere una rappresentazione di questa santa, ancora oggi, può visitare la chiesa di Wissages, a Pas de Calais, in Francia.
Rosella Reali
ROSELLA REALI
Sono nata nel marzo del 1971 a Domodossola, attualmente provincia del VCO. Mi piace viaggiare, adoro la natura e gli animali. L'Ossola è il solo posto che posso chiamare casa. Mi piace cucinare e leggere gialli. Solo solare, sorrido sempre e guardo il mondo con gli occhi curiosi tipici dei bambini. Adoro i vecchi film anni '50 e la bicicletta è parte di me, non me ne separo mai. Da grande aprirò un agriturismo dove coltiverò l'orto e alleverò animali.
Chi mi aiuterà? Ovviamente gli altri viaggiatori.
Questa avventura con i viaggiatori ignoranti? Un viaggio che spero non finisca mai...