Il lago Natron si trova nella Tanzania settentrionale, situato nella Rift Valley africana a circa 600 metri di altitudine. La Rift Valley è una vasta formazione geografica che si estende per circa 3500 chilometri in direzione nord-sud, dall'attuale Siria sino al Mozambico. La valle varia in larghezza dai 30 ai 100 chilometri e in profondità da qualche centinaio a parecchie migliaia di metri. Si è creata dalla separazione delle placche tettoniche africane e araba. Il nome fu dato dall'esploratore J.W. Gregory.
Si ritiene che in quest'area si sia evoluta la specie umana. Il lago Natron, sulle cui rive si trova il vulcano Gelai, raggiunge al massimo i tre metri di profondità e varia, in ampiezza, a seconda del livello di riempimento del proprio invaso. Il suo colore caratteristico, un rosso scuro e profondo con striature biancastre superficiali, dovute all'accumulo di sodio, è una particolarità comune a quel tipo di laghi in cui si verificano intensi cicli di evaporazione. In fisica l'evaporazione è il passaggio di stato da liquido ad aeriforme che coinvolge la sola superficie del liquido. Alla temperatura di ebollizione avviene il processo di ebollizione che coinvolge l'intero volume del liquido. Con l'evaporazione dell'acqua durante la stagione asciutta, il livello di salinità del lago aumenta ad un punto tale che colonie di microrganismi cominciano rapidamente a prosperare.
Tali batteri contengono il pigmento rosso vivo responsabile del colore del lago Natron, che assume tuttavia variazioni tonali tendenti all'arancione nelle parti dove l'acqua è meno profonda. Una delle particolarità del lago è che l'unico essere vivente, oltre ai batteri, che può sopravvivere presso le sue acque è il fenicottero minore, la specie più piccola e più diffusa numericamente in assoluto.
Il fenicottero minore è in grado di sopravvivere presso le rive del lago Natron grazie ad uno stato protettivo corneo su zampe e becco. Questa protezione serve perché le acque del lago, oltre ad essere imbevibili, sono estremamente caustiche per la pelle. Ciò è dovuto all'elevato contenuto di un composto naturale letale per moltissimi animali, il carbonato idrato di sodio conosciuto come natron.
Si ritiene che in quest'area si sia evoluta la specie umana. Il lago Natron, sulle cui rive si trova il vulcano Gelai, raggiunge al massimo i tre metri di profondità e varia, in ampiezza, a seconda del livello di riempimento del proprio invaso. Il suo colore caratteristico, un rosso scuro e profondo con striature biancastre superficiali, dovute all'accumulo di sodio, è una particolarità comune a quel tipo di laghi in cui si verificano intensi cicli di evaporazione. In fisica l'evaporazione è il passaggio di stato da liquido ad aeriforme che coinvolge la sola superficie del liquido. Alla temperatura di ebollizione avviene il processo di ebollizione che coinvolge l'intero volume del liquido. Con l'evaporazione dell'acqua durante la stagione asciutta, il livello di salinità del lago aumenta ad un punto tale che colonie di microrganismi cominciano rapidamente a prosperare.
Tali batteri contengono il pigmento rosso vivo responsabile del colore del lago Natron, che assume tuttavia variazioni tonali tendenti all'arancione nelle parti dove l'acqua è meno profonda. Una delle particolarità del lago è che l'unico essere vivente, oltre ai batteri, che può sopravvivere presso le sue acque è il fenicottero minore, la specie più piccola e più diffusa numericamente in assoluto.
Il fenicottero minore è in grado di sopravvivere presso le rive del lago Natron grazie ad uno stato protettivo corneo su zampe e becco. Questa protezione serve perché le acque del lago, oltre ad essere imbevibili, sono estremamente caustiche per la pelle. Ciò è dovuto all'elevato contenuto di un composto naturale letale per moltissimi animali, il carbonato idrato di sodio conosciuto come natron.
Il natron deriva il suo nome dalla parola egizia ntry che significa puro, divino. Il simbolo del sodio, Na, deriva dal nome latino di natrium. Il nome latino deriva dal greco nitron, che a suo volta derivava dal nome egizio. La sostanza ha dato il nome all'antico luogo estrattivo di Wadi el-Natrum, un lago quasi asciutto in Egitto che conteneva elevate quantità di carbonato di sodio.
Il natron era utilizzato in passato nell'operazione dell'imbalsamazione per le sue proprietà di assorbimento dell'acqua ed aveva un'importanza notevole nell'ambito di rituali religiosi e nella produzione del vetro. Esistono luoghi ove si può trovare questo minerale: dalla Libia all'Etiopia, dalla contea di Inyo in California ad alcune zone del Nevada, dai laghi salati della Russia asiatica sino all'Italia. Il primo ad individuare il natron in Italia, nelle colate laviche del Vesuvio e dell'Etna, fu il mineralogista Eugenio Scacchi. Il natron rende le acque del lago situato in Tanzania simili all'ammoniaca, con un pH basico, tra 9 e 10,5. La temperatura delle acque può raggiungere livelli proibitivi, oltre 60 gradi. Nessun animale può resistere in questo ambiente caustico, tranne diverse specie di alghe che vivono ai margini del bacino.
Al contrario di quanto si pensi, il lago Natron non ha proprietà pietrificanti sugli organismi viventi come spesso si legge in riferimento a questo bacino lacustre. Molto più semplicemente, le spoglie già senza vita degli animali, entrate in contatto con l'acqua alcalina e ricca di sali, non subiscono l'effetto della decomposizione, venendo imbalsamati e resi simili a statue.
L'effetto d'imbalsamazione è narrato dal fotografo Nick Brandt nel libro Across the ravaged land, nel quale pubblicò molti scatti che ritraggono le spoglie imbalsamate degli animali entrati in contatto con l'acqua del lago Natron. Il lago tanzaniano è noto per essere stato il set cinematografico del documentario naturalistico Il mistero dei fenicotteri rosa, girato per la Walt Disney Pictures.
Fabio Casalini
Bibliografia
The bird mummies of Natron: Lake's waters petrify animals that fall in - NBC News, in NBC News
Nick Brandt, Across the Ravaged Land, 1ª ed., New York, Harry N. Abrams, 2013
FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.