Nel XVII secolo la Svezia passò dall'essere un regno scarsamente popolato, povero e periferico, ad una delle maggiori potenze continentali. Tra l'inizio del 1600 e la prima metà del secolo successivo, la Svezia fu la potenza dominante nell'area del mar Baltico. Questa trasformazione fu possibile grazie all'abilità di alcuni sovrani e all'istituzione di un potente governo centralizzato. Gustavo Adolfo, 1594-1632, fu uno dei re svedesi di maggior successo e prestigio. Durante il suo regno, la Svezia fu coinvolta nella guerra con la Polonia-Lituania e guardò con apprensione lo sviluppo della Guerra dei Trent'Anni nei territori dell'attuale Germania. I piani del Re, per la protezione degli interessi svedesi, richiedevano una forte presenza navale nel Baltico. Fino agli inizi del XVII secolo la marina svedese era composta principalmente da navi di piccole e medie dimensioni con un unico ponte. Queste imbarcazioni erano nettamente più economiche rispetto alle grandi navi e si prestavano al pattugliamento delle coste. Il Re, appassionato di artiglieria, decise un rapido cambiamento nelle prospettive navali della Svezia, affidando ad un cantiere la costruzione di grandi imbarcazioni dotate di molti cannoni.
Agli inizi degli anni 20 del 1600, i lavori del cantiere navale di Stoccolma erano guidati da una coppia di imprenditori di origine olandese, Monier ed il maestro d'ascia Hybertsson. Nel momento in cui si firmò il nuovo contratto per la gestione del cantiere, Monier si ritirò ed Hybertsson decise di assumere un giovane olandese di nome de Groote, come socio. Alla metà di gennaio del 1625, Hybertsson e de Groote firmarono un contratto per la costruzione di 4 navi. Una di queste imbarcazioni fu nominata Regalskepper Vasa. Il nome deriva dall'omonima casata dei Vasa, che governava la Svezia all'epoca della costruzione del vascello. Letteralmente il nome significa Nave di Sua Maestà Vasa, secondo la nomenclatura spesso utilizzata da diverse marine militari. Hybertsson e de Groote iniziarono ad acquistare il materiale necessario per le prime navi durante il 1625, comprando legname da singole proprietà in Svezia e tavole di legno grezzo a Riga ed Amsterdam.
I rapporti tra il cantiere navale ed il re avvenivano per il tramite del Vice Ammiraglio e non furono mai tranquilli. La perdita di 10 navi nella Baia di Riga convinse il Re a richiedere la costruzione di due nuove navi di dimensioni diverse rispetto a quelle del contratto iniziale. I soci del cantiere navale si rifiutarono di assecondare le richieste del sovrano, probabilmente il carattere e la grande caratura del maestro d'ascia incisero profondamente in questa fase della realizzazione delle imbarcazioni, poiché avevano già tagliato il materiale per la costruzione di una piccola nave e di un grande vascello. I lavori sulla Vasa iniziarono tra la fine del febbraio del 1626 e l'inizio del marzo dello stesso anno. Purtroppo il maestro d'ascia Henrik Hybertsson non vide mai la conclusione dei lavori poiché si ammalò poche settimane dopo l'inizio dei lavori di realizzazione del grande vascello. Nel frattempo la supervisione dei lavori fu affidata ad un altro maestro navale, Henrik Jacobsson. Le ingerenze del Re nella fase di sviluppo e costruzione furono assai frequenti. Poco dopo l'impostazione della chiglia, Gustavo Adolfo venne a conoscenza di costruzioni navali analoghe da parte delle nazioni concorrenti. Iniziarono fortissime pressioni affinché la Vasa fosse modificata, allungandola in maniera significativa. La mancanza di Hybertsson e l'inesperienza dei giovani costruttori permisero l'accoglimento delle richieste reali. Gustavo Adolfo ottenne, oltre all'allungamento della Vasa, anche l'aggiunta di un secondo ponte di cannoni.
Il vascello risultò il meglio equipaggiato ed il più pesantemente armato della sua epoca. Purtroppo era troppo lungo, ma soprattutto troppo alto rispetto alla larghezza. Il Vasa risultò pericolosamente instabile. Il problema fu risolto aumentando la zavorra che provocò una maggiore immersione dello scafo. Nell'estate del 1628, il capitano incaricato della supervisione della costruzione della nave organizzò la dimostrazione della stabilità del vascello per il vice ammiraglio responsabile degli appalti. Trenta uomini corsero avanti e indietro sul ponte superiore per far dondolare la nave. Il vice ammiraglio interruppe bruscamente la dimostrazione poiché temeva che la Vasa potesse rovesciarsi. Malgrado le paure di Fleming, il vice ammiraglio, nessuno ebbe il coraggio di contraddire il re che si augurava il varo della Vasa il prima possibile. In aggiunta alle modifiche strutturali, il Vasa fu abbellito con sovrastrutture decorative che servivano esclusivamente per il giorno dell'inaugurazione – era in uso al tempo abbellire i vascelli per il solo viaggio inaugurale; le navi venivano successivamente spogliare degli arredi per una corretta navigazione.
L'abbellimento decorativo non si limitò alle statue in legno colorato sui lati dell'imbarcazione: furono portate a bordo tonnellate di quadri ed arredi, come espressamente richiesto dal re. Il 10 agosto del 1628 il Vasa issò le vele per il suo viaggio inaugurale poco al largo del porto di Stoccolma. Dopo aver percorso poche miglia, una folata di vento fece inclinare il vascello su di un lato. Il timoniere, grazie alla sua abilità, riuscì a raddrizzarlo. Una seconda folata di vento lo inclinò nuovamente e l'acqua iniziò ad entrare nello scafo attraverso i portelli dei cannoni. La nave affondò ingloriosamente ad appena 120 metri della costa dopo aver percorso meno di un miglio marino. Molte delle 130 persone a bordo furono salvate. Nel naufragio perirono, circa, 40 persone, tra cui mogli e figli dei membri dell'equipaggio. Immediatamente il re pretese l'istituzione di una commissione d'inchiesta per chiarire le cause e le colpe del disastro. La commissione non raggiunse il risultato sperato dal sovrano. Un diplomatico straniero chiese ad un uomo vicino al re quali fossero le reali cause del naufragio, il notabile rispose che “solo Dio ed il Re possono conoscere le cause”, alludendo alle notevoli ingerenze di Gustavo Adolfo nel periodo di costruzione del Vasa.
Nel 1663 buona parte dei preziosi cannoni in bronzo furono recuperati grazie all'opera dell'italiano Francesco Negri. L'accesso ai cannoni rese necessaria la demolizione di ponti e delle strutture sovrastanti.
Nel 1956 Anders Franzén pensò alla possibilità di recuperare il relitto del Vasa dalle acque del mar Baltico. Furono avviate le ricerche ed il vascello fu trovato in posizione eretta ad una profondità di 32 metri. I sommozzatori trovarono gli scheletri di 25 persone. Il vascello fu sollevato dal fondo ed adagiato sopra una piattaforma subacquea. Il relitto emerse il 24 aprile del 1961.
La nave, dopo una lunghissima serie di restauri, fu esposta al museo Vasa di Stoccolma, inaugurato nel giugno del 1990 dal re di Svezia Carlo XVI Gustavo.
Ancora oggi il sogno di Gustavo Adolfo riposa nel museo della capitale svedese.
Fabio Casalini
Bibliografia
K.A. Adrup, The Vasa Museum: An Old Ship in a New House, National Board of Publing Building, 1990
Carl Olof Cederlund, Vasa I, The Archaeology of a Swedish Warship of 1628, 2006
Fred Hocker, Vasa: A Swedish Warship, Stoccolma, Medströms, 2011
FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.