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Sun Tzu, l'Arte della guerra e quelle donne decapitate

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Sun Tzu fu un generale e filoso cinese, vissuto probabilmente tra il VI e il V secolo prima della nascita di Cristo. A lui si attribuisce uno dei più importanti trattati di strategia militare di tutti i tempi: L'arte della guerra. Il testo non è un'opera letteraria ma un manuale militare contenente regole su come condurre una guerra vittoriosa nell'antica Cina. Riassumendo lo scritto, in caso di guerra l'importante è vincere e vince solo chi sa pianificare in modo da ottenere il massimo risultato nel minor tempo possibile. La pianificazione deve avvenire in un contesto variabile, con pronte reazioni ai cambiamenti di situazione che possano portare ad aggiustamenti dei piani e della disposizione tattica. L'autore del manuale ritiene la guerra subordinata al dominio della politica, essendo uno degli strumenti utilizzati dallo Stato per raggiungere i propri scopi. Molti secoli dopo la pubblicazione del testo un italiano sostenne le medesime idee: Niccolò Machiavelli. L'autore dell'Arte della guerra sostenne che “combattere e vincere cento battaglie non è prova di suprema eccellenza: la suprema abilità consiste nel piegare le forze del nemico senza alcun combattimento, nell'impadronirsi delle città senza assalirle, nel conquistare lo stato nemico senza lunghe operazioni militari”. Dopo la sua pubblicazione, il testo ha esercitato una forte e ininterrotta influenza, attraverso i millenni, sulla strategia militare. 
Curiosamente le teorie esposte nell'arte della guerra trovano applicazioni in altri campi, soprattutto in quello delle strategie manageriali. Chi era Sun Tzu e, soprattutto, è realmente esistito? Le più vecchie fonti disponibili non trovano un accordo sulla località di nascita: secondo gli Annali primaverili e autunnali sarebbe la città di Qi, mentre i successivi Documenti di Sima Qian affermano che Sun Tzu era originario di Wu. Entrambe le fonti concordano sul fatto che l'uomo fosse attivo come generale e stratega al servizio di Re Helu di Wu alla fine del V secolo avanti Cristo. Le stesse fonti concordano sul temperamento dello stratega. Nel Sima Qian è riportato il momento in cui Sun Tzu fu assunto al servizio del Re di Wu. Il sovrano volle comprendere quali fossero le reali abilità dello stratega e gli comandò di addestrare il suo corteo di concubine, circa 180 donne, trasformandole in soldati. Sun Tzu le divise in due schieramenti, nominando le due concubine favorite del re come comandanti della compagnia. In seguito spiegò ai due gruppi le regole da seguire: agli ordini dello stratega le donne avrebbero dovuto girarsi nella direzione indicata, tutte, nessuna esclusa. Al rullo di tamburi emanò l'ordine di voltarsi a destra, ma le donne iniziarono a ridere senza obbedire al comando. Sun Tzu disse che “se le regole non sono chiare e gli ordini non vengono compresi, la colpa è del generale”. Spiegò nuovamente le regole e al nuovo rullo di tamburi ordinò alle donne di girarsi a sinistra. Ancora una volta le donne scoppiarono a ridere e non obbedirono. Sun Tzu esclamò: “se le regole non sono chiare e gli ordini non vengono compresi, la colpa è del generale; se invece le regole sono chiare, e tuttavia gli ordini non vengono eseguiti, allora la colpa è degli ufficiali”. 
Diede l'ordine di decapitare le due favorite. Dopo che entrambe le concubine furono uccise, nuove donne furono scelte per sostituirle. Successivamente, entrambi gli schieramenti, ora ben consapevoli dei costi di un'ulteriore frivolezza, eseguirono le loro manovre in modo impeccabile.  Il Re, che aveva seguito le manovre dall'alto del suo padiglione, gli ordinò di fermare l'esecuzione dicendosi convinto dell'abilità dello stratega nel condurre le truppe, ma questi rispose che “nelle sue vesti di generale, vi erano ordini del Re che poteva non seguire”. A quel punto Sun Tzu disse al Re che le truppe erano pronte e ben istruite e che avrebbero obbedito a qualsiasi ordine, invitandolo a passarle in rassegna. Il Re lo congedò senza farlo e Sun Tzu commentò che “il re ama le belle parole, ma non sa metterle in pratica”. Fu questo il modo, secondo il resoconto dello Sima Qian, che Sun Tzu riuscì a dare prove delle sue teorie militari ed essere assunto al servizio del Re. Malgrado vi siano diverse fonti che narrano delle gesta di Sun Tzu, a partire dal XII secolo alcuni studiosi iniziarono a dubitare dell'esistenza storica del generale, principalmente per il fatto che non è menzionato nel classico storico Zuo zhu, che menziona la maggior parte delle figure importante del periodo storico nel quale sarebbe vissuto Sun Tzu. L'unica battaglia storica attribuita al generale è quella di Boju dove però non vi sono tracce che egli abbia combattuto. Alcuni scettici attribuiscono inesattezze storiche alle fonti e ritengono che il volume L'arte della guerra possa essere una raccolta di diversi autori e strateghi militari. 
Secondo Ralph Sawyer è molto probabile che Sun Tzu esistesse e non servisse, solo, come generale al servizio del Re ma che scrisse il nucleo originario del libro che porta il suo nome. Un'altra critica avanzata riguarda la metodologia della guerra al tempo in cui visse lo stratega: esiste una disparità tra le guerre su larga scala descritte nel testo e le primitive battaglia su piccola scala che si crede abbiano prevalso nella Cina del VI secolo avanti Cristo. Sawyer a questa  critica risponde che la dottrina fu insegnata, probabilmente, alle generazioni successive all'interno della famiglia di Sun Tzu o in una piccola scuola di discepoli. Questi studenti potrebbero aver rivisto e ampliato il testo originale dello stratega.  Inoltre gli scettici avvertono su possibili eventi, armi e tecniche militari che non avrebbero dovuto essere disponibili a Sun Tzu, dalla balestra alla cavalleria. Che sia stato scritto realmente da Sun Tzu o da una serie di altri autori, L'arte della guerra ha influenzato il pensiero, non solo cinese. Quando il libro fu introdotto in Giappone, nel 760 circa, divenne rapidamente popolare tra i generali giapponesi. L'ammiraglio della flotta che guidò le forze giapponesi alla vittoria nella guerra russo-giapponese era un avido lettore di Sun Tzu. Nel XX secolo, il leader comunista Mao Zedong accreditò la sua vittoria del 1949 all'arte della guerra. Il volume ha fortemente influenzato gli scritti di Mao sulla guerriglia, che a sua volta ha influenzato le insurrezioni comuniste di tutto il mondo. I conflitti asiatici degli Stati Uniti, dal Giappone al Vietnam, hanno portato il libro l'Arte della guerra all'attenzione dei leader americani. Il dipartimento dell'esercito degli Stati Uniti, attraverso il suo Comando, ha invitato tutte le sue unità a mantenere nelle biblioteche delle rispettive sedi una copia del volume, menzionandolo come esempio della strategia militare. All'interno di ogni struttura, il personale di servizio è obbligato a preparare dei brevi documenti da presentare agli alti ufficiali sulle letture del volume. Che sia realmente esistito o meno Sun Tzu, il manuale che porta il suo nome è ancora oggi, a distanza di oltre 2400 anni, un volume che influenza il pensiero militare, e non solo.

Fabio Casalini


Bibliografia

Alfred S. Bradford, With Arrow, Sword, and Spear: A History of Warfare in the Ancient World, Praeger editores, 2000

Mark R. McNeilly, Sun Tzu and the Art of Modern Warfare, Oxford University Press, 2001

Victor H. Mair, The Art of War: Sun Zi's Military Methods, New York, Columbia University Press, 2007

Ralph D. Sawyer, The Art of War, Westview Press, 1994
Ralph D. Sawyer, The Essential Art of War, Basic Books, 2005
Ralph D. Sawyer, The Seven Military Classics of Ancient China, Basic Books, 2007

Annellen Simpkins, Alexander C. Simpkins, Taoism: A Guide to Living in the Balance, Tuttle Publishing, 1999

Hanzhang Tao, Robert Wilkinson, The Art of War, Wordsworth Editions, 1998

Michael I. Handel, I maestri della guerra: Sun Tzu, Clausewitz e Jomini, Roma, Forum di Relazioni Internazionali, 2000

Antonio Bomberini, Lezioni di cultura strategica e psicologica dei mercati per managers e traders: una rilettura critica de L'arte della guerra di Sun Tzu, Desenzano, Borsari, 2003

FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.

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