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Il La che si usa oggi è quello che amavano i nazisti

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(articolo tratto da Eco Risveglio del 7 giugno 2017, pagina 43) di Andrea Dallapina

Le teorie nazifasciste sono state sconfitte 72 anni fa, e, nonostante i tentativi revisionistici, continuano a essere marginalizzate (anche sa a guardare su certi profili social...). Ma nella musica ebbero una vittoria postuma. 
La maggior parte delle persone lo ignora, ma in Italia, almeno sino a metà del secolo scorso i musicisti si accordavano con il La (il diapason) a una frequenza di 432 Hertz (le vibrazioni al secondo) anziché come attualmente a 440 Hz. L’adozione a livello internazionale dei 440 Hz avvenne dopo un congresso dell’Iso (l’Organizzazione internazionale per la normazione) tenutosi a Londra nel 1953, una scelta che fu contestata da migliaia di musicisti francesi che come gli italiani si accordavano sui 432-435 Hz.

Ma chi fu il primo propugnatore di un accordo internazionale per l’accordatura a 440 Hz? Fu Joseph Goebbels, il ministro della Propaganda nazista, che nel 1939 fece organizzare sempre a Londra una conferenza internazionale, che non andò a buon fine, con l’obiettivo di arrivare all’adozione per tutti del La a 440 Hz, per lui l’intonazione ufficiale germanica. Probabilmente perché era quella utilizzata e amata da Wagner e i romantici, ma anche successivamente dal jazz. E per questo tedeschi e anglosassoni erano favorevoli. 
Giuseppe Verdi già nel 1881 aveva scritto alla commissione musicale del Governo per chiedere che ci si attenesse ai 435 Hz della legislazione francese o al massimo a 432, ma non più alta. Nel 1884, per decreto, il diapason in La in Italia divenne a 432 vibrazioni al secondo (oggi una legge del 1989 lo fissa a 440 Hz). Prima del congresso del 1953 dunque non c’era una norma internazionale, è però facile ritenere che le opere di Verdi, ma anche di altri grandi compositori, siano state concepite con un’accordatura a 432 Hz. E anche oggi nessuno lo vieta: l’album dei Pink Floyd “Dark side of the moon” (1973) è stato registrato agli Abbey Road Studios con gli strumenti con La a 432 Hz. 
Ma cosa cambia tra un’accordatura a una maggiore o minore frequenza, solo una questione di gusto? Solo una modifica impercettibile a un orecchio non assoluto?
Il movimento Rivoluzione Omega che si batte per l’accordatura a 432 Hz. Pensa che vi sia di più. L’accordatura aurea per chi è in aria di new age sarebbe una frequenza collegata al chakra del cuore, mentre al contrario la frequenza a 440 Hz lavorando sul chakra del cervello, porterebbe a un controllo mentale. Ed ecco il riferimento ai nazisti: l’accordatura, già usata in Germania da parte delle bande militari austriache ai tempi di Wagner, nonché da quest’ultimo, avrebbe fomentato maggiormente la violenza dei soldati. In rete si citano in merito non meglio precisati studi in tal senso che sarebbero stati all’epoca finanziati dalla fondazione Rotschild/Rockfeller. 
In questo caso la celebre battuta di Woody Allen“quando ascolto troppo Wagner mi viene voglia di invadere la Polonia”, non sarebbe solo una battuta. Secondo gli aderenti al movimento Rivoluzione Omega, “la frequenza a 432 Hz, oltre a produrre un suono più armonioso e caldo, sarebbe capace di portare in noi una sorta di equilibrio, pace e benessere e sarebbe la stessa frequenza armonica dell’universo”. A sostegno di questa tesi viene citato il fatto che i picchi del campo elettromagnetico terrestre meglio conosciuti come Risonanza di Schumann o “battiti del cuore della terra” hanno la frequenza minima di 8 Hz (in realtà la risonanza non è statica e varia durante il giorno). E poi 8 Hz è la frequenza di duplicazione della doppia elica del Dna e un Do centrale del pianoforte intonato a 432 Hz ha una frequenza di 256 Hz (256,87 per la precisione), quindi un multiplo di 8. Coincidenze sulle quali costruire una suggestiva teoria ermetica sui poteri del numero 8. Mancano però prove scientifiche sugli effetti di una diversa accordatura. 
E’ perciò difficile pensare sia a una cospirazione di nazisti, illuminati e massoni per il controllo mentale, sia che se ci accordassimo a 432 Hz il mondo sarebbe “peace e love”. Però è forse vero che una corretta esecuzione vorrebbe che ci si accordasse con la frequenza con la quale un’opera è stata concepita. E quindi il Nabucco e l’Aida vorrebbero i 432 Hz. Il maestro e direttore d’orchestra Arturo Toscanini, che a lungo soggiornò nel Verbano, tra i pochi intellettuali e artisti fieramente antifascisti sotto il regime, crediamo sottoscriverebbe. Anche perché ci lasciò un paio d’anni dopo l’introduzione della frequenza amata da Goebbels, e quella battaglia contro l’orecchio nazista non riuscì a vincerla.


Andrea Dallapina
Direttore responsabile
Eco Risveglio - Bisettimanale del Verbano Cusio Ossola e Alto Novarese


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