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Il sigillo di Salomone

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Il Sigillo di Salomone è un grazioso fiore molto discreto che cresce nel sottobosco fino ad una altezza massima di 2000 mt.
Il suo nome scientifico è Polygonum, derivante dal greco poly – molto - e gony - ginocchio o nodo, per via degli ingrossamenti o nodi del rizoma. 
Per questo motivo, in alcune regioni Italiane è chiamato Ginocchietto.
Originario dell’Europa e dell’Asia, questo fiore si è diffuso dalle regioni europee fino al Giappone. In Italia è presente su tutto il territorio nazionale tranne che in Sardegna e in Puglia. Cresce nei boschi di latifoglie freschi ed ombrosi, in climi mai troppo rigidi.
In Ticino crescono tre specie di questa particolare pianta: il Sigillo di Salomone verticillato, il Sigillo di Salomone maggiore e il Sigillo di Salomone comune.
È una pianta erbacea perenne, dotata di un rizoma orizzontale nodoso che presenta le cicatrici circolari lasciate dai fusti degli anni precedenti. Il Sigillo di Salomone appare in primavera dapprima sotto forma di germoglio. Dal rizoma diparte un fusto alto fino a 80 cm, arcuato alla cima. Le foglie sono inserite nella parte superiore, in modo alternato, rivolte verso l'alto, hanno forma ovale. Quando sono giovani hanno la superficie pieghettata longitudinalmente.
I fiori, bianchi e sfumati di verde all'estremità, piccoli e inodori, stanno in gruppi di 2-5 inseriti su un unico peduncolo. I frutti sono bacche nere bluastre, per altro velenose, che raggiungono il pieno colore solo nella seconda parte dell’estate. Hanno un aspetto invitante e sono dolciastre al primo contatto con le papille gustative, ma in realtà contengono veleni che possono essere mortali.
Molte piante saranno spogliate delle piccole bacche dagli uccelli che se ne cibano volentieri, provvedendo alla diffusione della specie nei terreni circostanti.
In autunno, prima di seccare, l’intera pianta si tinge di un colore giallo oro luminoso.
La cosa singolare è che mentre i fiori sono inodori, la pianta emana un intenso odore di sambuco.
Fiorisce da aprile a giugno.
Nel mondo vegetale la riproduzione è in genere garantita dall’incontro di cellule femminili con cellule maschili. Ma questa strada a volte è resa complicata dalla natura stessa. Ecco perché alcune piante si sono evolute in modo da ovviare a questo problema. Una di queste è il Sigillo di Salomone, che possiede una gemma all’apice del rizoma che ogni anno dà origine ad una nuova pianta completa.
La pianta è considerata medicinale fin dall’antichità. A scoprirne le proprietà terapeutiche è il medico greco Pedanio Dioscoride, nato ad Anazarbe attorno al 40 d.C. Dioscoride è famoso per la sua opera, “De materia medica”, scritta in greco, in cinque volumi in cui si descrivono le proprietà medicinali di parecchie piante. Questo testo di botanica e farmacologia ha la fortuna, di non scomparire durante i “Secoli bui” come tante opere latine e greche, ma di rimanere in uso fino al Rinascimento.
Dioscoride ha scritto che il rizoma del Sigillo di Salomone è un ottimo cicatrizzante delle ferite e fa sparire le macchie della pelle del viso.
Il Sigillo ha inoltre proprietà farmaceutiche astringenti, antiinfiammatorie, decongestionanti e lenitive. Fino a non molto tempo fa il rizoma era consigliato e utilizzato, schiacciato sotto forma di compresse, per attenuare i dolori delle contusioni e anche dei reumatismi. Ma è meglio evitare il fai da te e rivolgersi sempre ad un esperto.
La medicina popolare contemporanea non utilizza piú questa pianta, solo la cosmetica ne fa ancora uso.
In alcune zone di montagna si crede che appendendo sopra gli stipiti delle porte di baite e cascine i fiori del Sigillo di Salomone, si possono di allontanare e rendere inattivi gli spiriti maligni e cattivi.
In alcune valli delle Prealpi e anche nel Ticino i giovani getti sono raccolti e consumati cotti come gli asparagi. Il rizoma era usato nei tempi antichi, previa torrefazione, per fare il pane in tempo di carestia. Nel linguaggio dei fiori questa pianta simboleggia “discrezione” tra il mittente e il destinatario.


Rosella Reali

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